A 31 anni è docente a Cambridge Economia

Ora lo chiamano “il genio della chimica verde”. Dietro i successi del giovane scienziato sannita, Carmine D’Agostino, c’è davvero una grande voglia di conoscere e sperimentare strade nuove. Una passione che risale ai tempi in cui era bambino quando si incuriosiva a scoprire l’origine e la potenza del fuoco. Un innato amore per la scienza che lo ha portato a diventare docente universitario a Cambridge ed a coronare un sogno straordinario ad appena 31 anni.

Da Sant’Angelo a Cupolo al Regno Unito, dalla frazione Perrillo del piccolo centro del Sannio ad una delle città più prestigiose nel campo degli studi internazionali. Una carriera strepitosa, che D’Agostino ha costruito tappa dopo tappa con incessante impegno, con sacrifici e caparbietà. Dopo il diploma di perito elettronico, conseguito presso l’Industriale “Bosco Lucarelli” di Benevento, decide di cambiare, si iscrive alla Facoltà di Ingegneria Chimica dell’Università “Federico II” Di Napoli. Una svolta che deciderà il suo futuro.

La Tesi di laurea - racconta D’Agostino - trattava lo studio del particolato delle fiamme, con particolare riferimento alle particelle di carbone nei motori. Poi mi sono dedicato alla chimica sostenibile, scrivendo un libro di trecento pagine nel corso del dottorato di ricerca”. Il diploma di laurea gli consente subito di fare alcune esperienze lavorative in Italia, prima presso l’Eni a Pavia e poi alla Tecnip di Roma. Ma il giovane sente che può aspirare a mete più alte. Partecipa all’Erasmus nel 2005, a Cambridge, dove conquisterà iI primo grande traguardo nel luglio dell’anno scorso, quando riceverà il titolo di Doctor per meriti acquisiti nella ricerca dei catalizzatori eterogenei.

La cerimonia somiglia ad un matrimonio - ricorda D’Agostino - mi fanno indossare il classico vestito con toga, un cappuccio rosso ed un fiocco bianco. La nomina avviene tutta in latino ed è severamente vietato scattare fotografie. Si tratta di un momento solenne, di un rito che con questa formula si tiene soltanto a Cambridge e ad Oxford”.

Per l’occasione vola a Londra tutta la sua famiglia, guidata dal padre Cosimo, ispettore di polizia in pensione, e dalla madre Liliana De Mercurio, casalinga col titolo di maestra di scuola materna.

Il riconoscimento accademico gli viene attribuito per gli importanti risultati raggiunti nella studio della catalisi eterogenea, una tecnologia essenziale per realizzare prodotti chimici, farmaceutici, polimeri e celle a combustione. Si tratta, in pratica, di una metodologia utilissima nei sistemi di controllo dell’inquinamento ambientale.

La mia ricerca - spiega D’Agostino - mira a capire il comportamento dei liquidi in catalizzatori porosi, con particolare attenzione alla selezione del solvente. Studio, quindi, i processi di miscele liquide nell’applicazione di alcuni metodi analitici, comprese le tecniche di Risonanza Magnetica Nucleare”.

A Cambridge, durante l’Erasmus, conosce l’amore della sua vita, Chen Xi, che qualche anno dopo sposerà. “Mia moglie - dice D’Agostino - lavora al museo, scrive e disegna fumetti, è figlia di un funzionario del Ministero dell’Istruzione, mentre la madre è dirigente di banca. All’inizio il mio matrimonio creò un po’ di stupore nei miei genitori, ma poi sono stati contenti”.

La sua ricerca è condensata in numerose pubblicazioni che gli permettono di farsi conoscere in campo internazionale.

Trascorso il periodo del dottorato di ricerca, D’Agostino diventa nei mesi scorsi docente di Ingegneria Chimica e Biotecnologia presso l’Università di Cambridge. La prestigiosa cattedra gli viene assegnata per l’insegnamento di Catalisi ed Ingegneria delle Reazioni Chimiche. A questo nuovo gratificante traguardo lo scienziato sannita arriva dopo una serie di riconoscimenti ottenuti sempre nel settore della chimica verde e dopo aver vinto recentemente il concorso presso il Wolfson College di Cambridge come Junior Research Fellow, un titolo molto ambito tra i giovani ricercatori.

La brillante carriera di D’Agostino dimostra che nel Regno Unito esiste una situazione culturale e scientifica assai diversa dall’Italia. Qui da noi la ricerca è considerata quasi un fardello, non per le sue reali potenzialità ed utilità. Per questo non gode di adeguati mezzi finanziari.

A Cambridge sono arrivato mandando il mio curriculum - osserva il neo docente universitario - e sono stato valutato per la mia preparazione. I giovani non devono rinunciare ai loro sogni. Tutti possono salire sul treno del futuro. Meglio farlo col giusto bagaglio culturale”. L’affermazione di D’Agostino fuori dalla sua patria va ad allungare così il lungo elenco dei cosiddetti “cervelli in fuga”.

Si spera che un giorno tanti giovani eccellenti come lui possano trovare nella propria terra le stesse opportunità incontrate all’estero e possano mettere a disposizione della nostra comunità le loro conoscenze e competenze, per dare una mano al progresso del Sannio.

ANTONIO ESPOSITO

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