Verso la rigenerazione della scuola italiana Società

Al momento della stesura di questo articolo sono in pieno svolgimento le operazioni di voto, quindi, non ancora si conoscono i risultati delle urne. Per la scuola scarsa importanza potrebbe avere la vittoria dell'uno o dall'altro schieramento, considerato lo spazio ad essa dedicata e nei programmi scritti e nei tanti proclami e promesse fatti in teatri e piazze.

Inascoltati sono rimasti quasi tutti gli appelli per una scuola migliore lanciati da docenti e gruppi di intellettuali. In sintesi, la loro richiesta potrebbe essere riassunta in ciò che telegraficamente l'on.le Casini, en-passant, ha detto nell'intervista di chiusura della campagna elettorale rilasciata a Rai 1: C'è urgente bisogno di una scuola fondata su dovere, autorità, responsabilità, merito.
Quattro sostantivi oggi del tutto anacronistici.

Siamo di fronte a uno sfascio senza precedenti su cui non si possono chiudere gli occhi aveva affermato Giorgio Israel, matematico dell'Università la Sapienza di Roma, nel suo appello ai politici. Sforniamo semianalfabeti: valanghe di studenti che non sanno leggere e scrivere. La scuola dovrebbe essere il luogo della meritocrazia ma la meritocrazia è calpestata. Ci adeguiamo all'ultimo invece di prendere a modello il primo della classe....

Non meno catastrofico il Gruppo di Firenze, fondato da quattro coraggiosi docenti, al quale hanno dato adesione e sostegno docenti, intellettuali e scrittori di estrazione varia, quali Giovanni Sartori, Ernesto Galli della Loggia, Piero Craveri, Sebastiano Vassali, Mario Pirani, Giovanni Belardelli, Salvatore Veca, Aldo Schiavone....

Basta con la corsa degli asini e il bullismo impunito. Basta con il diplomificio della scuola-azienda e il falso egualitarismo. Sia le riforme, sia il governo e la vita della scuola dovranno ispirarsi a criteri di merito e di responsabilità.

Parole-chiave attorno a cui sta nascendo  un movimento trasversale, un partito del merito e della responsabilità che conta già parecchie adesioni in tutta la nazione.
Dopo decenni di lassismo viene chiesta a viva voce una scuola più rigorosa, più esigente sul piano dei risultati e del comportamento e in grado di restituire ai docenti, oggi spesso demotivati e resi scettici da troppe frustrazioni, prestigio e autorevolezza.  

Il vaso è colmo. Si è perso tempo prezioso in una miriade di piccole riforme che non hanno migliorato affatto il livello culturale dei nostri studenti. E' opinione comune che la scuola è malata. Se si vuole salvarla, se con essa si vuole migliorare questa nostra nazione, non c'è tempo da perdere, bisogna rimboccarsi le maniche. Medicine valide per guarire malati anche gravi vi sono. Guai però ad affidarne le cure ad improvvisati specialisti le cui dispendiose sperimentazioni finora sono risultate tutte inutili e... dannose. La scuola ha bisogno di specialisti seri, di cure radicali, per riscoprire il suo ruolo guida e tornare a godere della stima di quanti la frequentano.

GIUSEPPE DI PIETRO