Moda e contraffazione, tra mostre e realtà Società

La contraffazione per la moda è una grossa spina nel fianco, lo sanno bene soprattutto i marchi di lusso. Al Fashion Institute di New York hanno addirittura pensato di dedicare una mostra al fenomeno, raccontando la storia del falso (autorizzato o meno) ed esponendo abiti e accessori perfettamente contraffatti.

La mostra “Faking It: Originals, Copies and Counterfeits” si apre con due classici tailleurs Chanel, un modello originale e l’altro imitato, identici all’apparenza; seguono innumerevoli altri falsi come accessori e abiti di alta moda degli anni 40, 50, 60 fino ad arrivare ai giorni nostri. L’iniziativa, se da una parte vuole aprire un dibattito su questo problema diffuso ormai a livello mondiale, dall’altro invita i consumatori ad una maggiore consapevolezza tramite video che indicano come smascherare un falso.

Indubbiamente, le contraffazioni, oltre ad essere illegali in quanto si appropriano della creatività altrui, sviliscono il prodotto con l’impiego di materiali scadenti e spesso utilizzando manodopera non competente o, peggio ancora, sottopagata e sfruttata; inoltre, al di là della qualità raggiunta dall’imitazione, i falsi danneggiano in misura rilevante i commercianti seri.

Negli ultimi anni sono state molte le campagne anticontraffazione promosse, i marchi maggiormente colpiti sono quelli più famosi e desiderati. La maison francese Louis Vuitton ha siglato pochi mesi fa un accordo con il famosissimo sito di shopping online Ebay per proteggere il marchio in modo congiunto (Ebay era stato accusato da Louis Vuitton di acconsentire alla vendita di borse false da parte di privati tramite il suo sito e la Corte francese aveva dato ragione al marchio di moda).

In ogni caso, in questi giorni di acquisti natalizi, ciò che conta (o che dovrebbe contare) in un regalo sono i sentimenti, anche quelli devono essere autentici.

RENATA DEL PRETE

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