Benevento porta del Sud Società

No, Zarro non getta la spugna. Rispetto ad argomenti forti della città, di sicuro, nessuno è disposto a fare un passo indietro. Lo dico, con affetto, all’amico Pedicini. Come dico, non so se sono un uomo senza tempo. Non so, davvero! Sicuramente non sono senza anima. Mi considero parte di quella generazione di italiani che ha vissuto sul discrimine tra una Italia povera annichilita e quella ricca affluente; quell’Italia, diventata tale negli anni 60. Quinta potenza economica. Al mondo. Con il corredo di tutte le diseguaglianze, ben note. Divenne tale con le sue forze. Con il coraggio e la determinazione che gli italiani mettono in campo nei momenti difficili. Tra le diseguaglianze: il Meridione. Problema che non siamo riusciti a risolvere. Non per ragioni economiche per ragioni di “visione”.

Quella generazione aveva un obbiettivo o più di un obbiettivo da implementare sul piano pubblico ed anche privato. E lo ha fatto senza risparmiarsi. Ventre a terra. E dunque… senza tempo, bene! Senza anima, no! Vengo al tema: la Zona Alta, l’idea forte della città! Su questi temi abbiamo discusso. Tutti. Da sempre. In tutte le sedi. Io sono arrivato alla conclusione che la idea forte della città, quella che è più forte dell’onta del tempo, nasce dal contesto nella quale la città opera. Poi ci sono le specificazioni, figlie della cultura e dell’economia. Questa idee, derivate, sono soggette a mutare a ragione delle tendenze che interessano l’uno e l’altro settore della vita associata.

Quale l’idea forte che nasce dal contesto? Lo dico con una espressione sintetica: Benevento, per il Sud, ha la stessa funzione di Bologna, per il Nord. Come Bologna è la porta di ingresso per il Nord, così, Benevento è la porta di ingresso per il Sud. E come Bologna è al centro di un reticolo di strade e collegamenti così Benevento. Se c’è una differenza, di sicuro non piccola, è la consistenza delle due città ed il loro rapporto con le citta contermini. Bologna è la più grande tra le città del suo territorio; Benevento, è la più piccola. Bologna ha valorizzato i contesti urbani di riferimento; al contrario, i contesti urbani di riferimento stanno valorizzando, meglio, valorizzeranno la città di Benevento. Il reticolo di strade. Salto quello di Bologna, per Benevento è interessantissimo. E’ una decussazione che ha i suoi apici in Pescara, Roma, Napoli, Bari e ritorno sul Pescara.

Da qui l’importanza non della Benevento-Caianello ma della Roma-Bari che passa da Caianello e da Benevento. Da qui l’importanza della Pescara-Napoli o della Pescara-Salerno che passa da Benevento e dei suoi segmenti centrali Benevento-Caserta e Benevento-Campobasso ed ancora Benevento-Avellino. Se volessi giocare con le parole potrei dire: Benevento è una città gravitazionale senza gravità.

La conclusione: Benevento è una città di Marca ma anche Centrale ed il suo destino di sviluppo corre su questi due poli. Mi fermo qui. Ora, la Zona alta. La proposizione maggiore: deve essere accompagnata nella sua naturale evoluzione di diventare Centro Direzionale. Se ci si guarda intorno: centro direzionale dell’intero Sannio beneventano. Cosa intendo per Centro Direzionale? Quella parte della città che è “la testa” di un corpo costituito dal territorio urbano di riferimento. La zona alta di Benevento ha tutti quei requisiti (servizi urbani di ordine superiore o territoriali), per essere Centro Direzionale. Si tratta naturalmente di razionalizzarli e potenziarli.

Volendo fare un passo indietro, per incontrare la ispirazione di fondo di questo ragionare, la Zona Alta era una semplice zona di espansione urbana; ora è altro. Lo è dal PRG Ferrara Falvella. Da quanto si decise di svuotare il Centro Storico delle funzioni e servizi e di collocarli nel nuovo Centro Urbano. Da quella decisione è iniziato un lungo cammino che ci ha portato, oggi, a chiedere al Comune un Concorso di idee per accompagnare la naturale vocazione della Zona Alta di essere Centro Direzionale. Questa evoluzione va favorita, indirizzandola e colmando le lacune che ci sono. Sui temi specifici.

D’accordo sul ruolo dell’Ex Seminario. Con questa specificazione, per il Rettorato si può pensare all’ex Caserma Guidoni. C’è dissenso? Si! Quanto alle dimensioni. Un Centro Direzionale che inglobasse Capodimonte, la Cancelleria fino ai Confini di Sant’Angelo a Cupolo e San Nicola Manfredi, forse, sarebbe un po’ sovradimensionato. Si pensa viceversa ad un Centro Direzionale proporzionato adeguato. Alla città naturalmente. Ogni Centro Direzionale, invero, osserva una proporzione con la città nel suo complesso. Si guardi Napoli, Bari. Ma anche le medie città dell’Emilia e Romagna. Anche Potenza in qualche modo!. Tutto, naturalmente, si può discutere.

Ed auspico che questa risposta alla domanda del Dott. Pedicini, sia solo la prima battuta di un lungo dialogo che interessa le molte voci attraverso le quali la città si esprime. Benevento merita, merita un po’ del nostro tempo. Anche il tempo della Borghesia Beneventana. Di quella parte della città che ha sempre una altra cosa da fare. Urgente, of course!

GIOVANNI ZARRO

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Grato per l'attenzione, colgo l'occasione per ribadire che alla lungimiranza quasi utopistica di Zarro deve guardare sì la borghesia (vedrei sprecata una maiuscola ) - che non deve chiudersi nella difesa dei “fatti suoi” -, ma soprattutto quella “élite” amministrativa scelta dal popolo proprio per l'attività di governo. E che centellina il tempo per la manovre elettoralistiche e non ne dedica a sufficienza alle possibili “egregie cose” che scaturiscono solo da grandi ideali. Senza tempo, of course.

Sul centro direzionale, lungi da me l'idea che debba arrivare fino alla Cancelleria. Ho cercato di dire solamente che non si deve progettare un organismo (non solo urbanistico) scollegato dal resto. Non possiamo copiare l'errore di Napoli.

M. P.

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