Del tutto ingiustificate le avversioni ai vaccini Società

L’ultimo allarme ha avuto inizio un mese e mezzo fa. A lanciarlo l’Istituto superiore di sanità. Le vaccinazioni della prima infanzia hanno subito una flessione drammatica e rischiamo gravi conseguenze. Abbiamo una copertura al limite della soglia ritenuta di sicurezza per tetano, polio ed epatite B tutte al di sotto del 95 per cento; addirittura per morbillo, parotite e rosolia si parla di un 86 per cento, in calo di oltre quattro punti percentuali in appena un anno.

I dati dell’Asl di Benevento così come fornitici, limitatamente alla vaccinazione esavalente, dal direttore responsabile, dott.ssa Annarita Citarella, e dalla dott.ssa Elena Fossi del servizio di Epidemiologia e prevenzione di via Mascellaro, non si discostano poi di molto da quelli nazionali (vedi grafico).

La disinformazione compiuta dalla Rete, storielle come quella dei talebani che ritengono le vaccinazioni strumenti della società occidentale per rendere sterili le giovani generazioni, i neopapà e le neomamme vittime di un atteggiamento sempre più diffidente che non fanno fare i vaccini ai figli, vuoi perché pensano che tre mesi siano pochi per una vaccinazione, vuoi perché convinti da alcuni medici omeopati che spingono a limitare i vaccini, o anche perché in preda alla paura a seguito delle recenti notizie su presunti collegamenti tra vaccini e autismo, nonostante tale legame sia stato escluso da tempo da tutti gli studi scientifici più attendibili, tutte queste cause alla fine hanno portato, anno dopo anno, all’attuale situazione.

Pur essendo stati i vaccini fra le scoperte scientifiche più importanti per l’umanità, aumenta quella parte dell’opinione pubblica che guarda ad essi con sospetto. E se poi anche i medici non danno il buon esempio e sono i primi a non credere nell’efficacia dei vaccini, come pretendere che la popolazione lo accetti di buon grado? Esempio, di questi tempi solo il 20 per cento dei medici ospedalieri, e una percentuale ancora minore per gli infermieri, fanno il vaccino antinfluenzale, con tutti i rischi che può comportare mentre incubano l’influenza a contatto con i malati spesso fragili per via di altre patologie, rischiando di diventare vettori del virus, mettendo a rischio la vita dei pazienti. Perché si ritiene la soglia del 95 per cento quale quella di sicurezza?

Perché una persona non vaccinata che vive tra tanti vaccinati gode della cosiddetta herd immunity, “immunità di gregge”. I soggetti vaccinati riducono la circolazione dei virus e dei batteri responsabili delle malattie e diminuiscono la possibilità che i non vaccinati possano ammalarsi. Questa “immunità di gregge” (o di gruppo o di branco) si realizza quando il 95 per cento della popolazione è vaccinata contro una determinata malattia. Il rischio che si vedano ricomparire malattie come la difterite, già comparsa in Spagna, o che le morti per morbillo non siano più un’evenienza rara, come nel caso della bimba deceduta a Roma, ha fatto subito raccogliere l’allarme lanciato dall’Iss (Istituto superiore sanità) dai pediatri e dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). La campagna di sensibilizzazione alle vaccinazioni passava per l’approvazione del Piano nazionale vaccini da parte delle Regioni.

E proprio il 4 novembre c’è stato il primo via libera della Conferenza delle Regioni al Piano vaccini 2016-2018 presentato dal ministero della Salute, condizionando il parere favorevole alla proposta di apertura di un tavolo per stabilire le priorità e i fondi necessari. Occorrerebbero circa 300 milioni di euro. Il ministero dell’Economia ha però chiesto un rinvio pensando di concludere positivamente entro la prossima conferenza straordinaria.

Sulla possibilità poi di vietare l’ingresso a scuola ai non vaccinati è richiesta una normativa nazionale che ad oggi non c’è, così come per quanto riguarda la possibilità di sanzioni disciplinari o contrattuali nei confronti dei medici, nata all’interno dello stesso Ordine dei medici, sarà di pertinenza dell’Ordine professionale valutare come risolvere il problema dei medici antivaccini considerato che è l’unico deputato a decidere i provvedimenti disciplinari.

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it

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