Quella gente 'comune' Società

L'incontro di Francesco Forgione, divenuto Padre Pio e poi Santo, con la terra natale di Pietrelcina si puo'raccontare in tanti modi. Certo, l'affetto dei compaesani, la commozione dei parenti più stretti, l'orgoglio degli amministratori sono indiscutibili.

A noi è parso denso di profondi significati quell'ammassarsi ordinato della gente. Maschi e femmine, senza prevalenza di zelatrici su mani callose di operai e contadini. Una compostezza senza ostentazioni. Gente operosa, che accetta di fare un sacrificio, alzarsi alle cinque o restare in fila fino alle tre di notte. Gente capace di non cedere alla rinuncia di fronte a un proposito.

Lunghe code in auto e lunghe code sotto il vento e qualche spruzzo di pioggia. Sì, non solo preghiere, ma anche il chiacchiericcio quotidiano, il racconto di un lavoro, la testimonianza di una vita familiare ricca di soddisfazioni. Vecchi e giovani insieme, senza separazione di gruppo. Ciascuno con qualcosa nel cuore da confidare solo al Santo che si continua a chiamare familiarmente Padre Pio.

Ti guardi attorno e riconosci la stirpe di gente affidabile, che se gli chiedi di impegnarsi non ti delude.

Una considerazione laica pienamente compatibile con una visione religiosa della vita. L'una sta con l'altra. La religione per restare se stessi, non per alienarsi e fuggire la realtà.

E' la religione semplice, non dotta, che ha insegnato a quella gente comune a rispettare la parola data, a onorare i vecchi e educare i figli, a sopportare le avversità e a cavarsela da soli, confidando che quando non ce la farai troverai un San Pio che ti avrà capito prima ancora che tu apra la bocca.

Sì, un Santo che è rimasto quello che era. Padre Pio, magari anche un po' scorbutico. Ma onesto e sincero.

M. P.

Foto Lucia Gangale

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