Bella la location, preziose le opere... ma quanta sciatteria! In primo piano

Bello che alcuni reperti del Museo “Arcos” di Benevento siano andati provvisoriamente al Museo Egizio di Torino, facendo conoscere le nostre ricchezze ad un pubblico immenso e dai gusti difficili. Ma quand’è che anche noi impareremo ad importare progetti, idee e modus operandi dalle altre città?

Una domenica di maggio. Una gentile guida ci fa fare (a me e ad alcuni turisti dall’accento romano) una visita, appunto, guidata ai tesori della Rocca dei Rettori, su su fino in cima al torrino ed al belvedere su Piazza Castello e sul Viale degli Atlantici, Villa Comunale compresa.

La sezione risorgimentale è lì da un bel po’ di anni e chi scrive l’ha più volte visitata come, è da immaginare, molti beneventani.

Inevitabile è, allora, il confronto con la realtà del Museo del Risorgimento di Torino, o le mostre a Palazzo Madama, siti, anche questi, più volte visitati con molta gioia e sicuro arricchimento dalla sottoscritta. Positiva è la conoscenza della nostra guida e la sua voglia di trasmettere nella domenica di maggio dove ciò è possibile. Vi è una discreta sezione con la riproduzione di stampe di Alberto Vianelli (1841-1927).Vi sono bei quadri. Efficaci i cartelloni esplicativi… Ma:

-   punto primo: manca una sezione relativa ai giornali d’epoca, come quella vista, appunto, al Museo del Risorgimento torinese. Eppure, se solo si volesse investire qualche centesimo sulle riproduzioni ingigantite (solo prima pagina) del solo, glorioso settimanale “Gazzetta di Benevento” ed allestirlo in qualche punto strategico, le sale ne acquisterebbero di splendore e di fascino. Il profumo della Storia trasuda proprio da quei fogli di giornale, prodotti tra Otto e Novecento dai migliori intellettuali sanniti;

-   secondo punto: bene le divise d’epoca alloggiate nelle teche, come anche i busti di uomini illustri (re, politici e uomini di Chiesa) sparsi nelle sale. Ma dei manichini che indossano costumi femminili tradizionali all’ultimo piano, e che sono praticamente ancora incellofanati, ne vogliamo parlare? Sempre carenza di fondi. Possibile che un ente non sappia come intercettare dei fondi? Fa male sentire il maturo signore romano che scatta foto ed apprezza tutte le sale esclamare, ad un certo punto, e non proprio a torto: “è una vergogna”;

-   terzo punto: forse questo punto è troppo futuristico, ma non c’è, proprio come nell’altro Museo di cui sopra, in nessuna sala, un maxi schermo al plasma che proietti video di pochi minuti su una densa e complessa tematica quale è stata il Risorgimento a Benevento. Guarda caso, la prima provincia che si formò, ancora prima che l’unità fosse raggiunta, fu proprio quella di Benevento. Ma questo, e molti altri particolari, giacciono nei dimenticati libri di Zazo, Mellusi, Isernia, grandi uomini del passato, dimenticati come i loro libri… Ma soprassediamo;

-   quarto punto: non si ha la possibilità di ritirare alcun materiale informativo. Né di tipo cartaceo né multimediale. Non c’è un book shop o roba simile. Sarebbe bello poter acquistare anche un cd rom, ben girato e montato, con un video che parli della stagione del Risorgimento a Benevento e dei suoi uomini illustri;

-   quinto punto: nei musei di grido c’è anche un angolo caffetteria e/o ristorazione. Ci si potrebbe pensare? Ricordo che anni fa la collega in giornalismo Paola Caruso, apprezzata docente del “Giannone”, aveva esposto chiaramente questa possibilità: con una serie di servizi mirati il museo Arcos e la Rocca dei Rettori, da soli, potrebbero dare da mangiare all’intera città. Ora, è bello vedere tanti proclami sul turismo da parte dei tanti candidati a sindaco nella nostra città, ma finora non ci pare di avere ascoltato nessuna proposta concreta;

-   sesto punto: perché non pensare di qualificare i nostri giovani e questa ricchezza monumentale, attivando anche presso la Rocca l’ormai diffusa Alternanza Scuola-Azienda? Non penso solo a Torino, ma a tante altre città, tra le quali Napoli, che già si muovono in questa direzione, con reciproca soddisfazione delle parti. Si potrebbero stilare dei bandi per le scuole interessate a mandare qui dei giovani che vogliano svolgere tale esperienza. Insomma, è vero che senza soldi non si cantano messe, ma non è che si può sempre aspettare ed intanto crescere generazioni di giovani che subito dopo il diploma vanno in altre città a studiare e a lavorare. Il vero cuore della questione è qualificare queste giovani forze in maniera seria e spendibile da subito nel campo lavorativo;

-   settimo punto: si organizzano mai giornate a tema o conferenze, anche solo annuali, sulla tematica del Risorgimento a Benevento e nel Sannio? Quanti dei nostri giovani e dei nostri anziani conoscono gli artefici di tale processo nella nostra terra? Dove sono gli esperti, gli studiosi, gli appassionati? Dove sono i direttori che fanno quadruplicare gli introiti dei beni museali e culturali del territorio? Dobbiamo per forza andare a Torino o alla Reggia di Caserta per trovarne qualcuno?

LUCIA GANGALE

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