Quando dal Vomero salgo quassù Società

Si avvicina nervosa: “Scusi, ma Via Santa Rosa si può sapere dov’è? Non la sa nessuno”. La ragazza ha interpretato così l’indirizzo Via S. Rosa scritto sul foglietto che ha in mano. Le chiedo se è devota alla Santa di Lima e se si è accorta che la vecchia targa stradale ha perduto ormai troppe lettere metalliche. Siamo a Benevento, zona Mellusi, dove alcune vie sono intitolate ad artisti di area napoletana, una appunto a Salvator Rosa.

Tenta di giustificare il suo equivoco: “Devota io? Figuriamoci, quando dal Vomero salgo quassù a Benevento non penso certo alla santa Rosa ma alla santarosa, vabbè voi non la sapete la santarosa dolce antichissimo che piaceva pure a Salvator Rosa, comunque come ha fatto a capire che l’indirizzo S.Rosa era Salvator Rosa?”. Che domanda, come avrò fatto, so che nell’immaginario di qualche napoletano Benevento rimane ancora nell’estraneità politica dell’epoca pontificia. M’è venuto in mente Salvator Rosa, scherzo, perché lui era il contrario della santità, un tipo pericoloso se non peggio. Reagisce: “Peggio? Ma che dice? Non sa che era un grande pittore del Seicento?”. Che c’entra, rispondo, grande artista e buon poeta, però arrogante. Ha avuto la faccia tosta di dipingere se stesso mentre gesticola con forza chiedendo un passaggio a un povero pescatore; è un quadro poco conosciuto, va’ a vederlo a Budapest in Ungheria, s’intitola Rovine romane di Baia. Don Salvatore poi era pure maschilista, perché soltanto due settimane prima di morire si decise a sposare Lucrezia, sua modella e madre dei suoi figli. Questa la ragazza non se l’aspettava.

Crolla mentre le sussurro sillabando: la sfogliatella riccia profumata che appena sfornata si apre dove meno te l’aspetti lasciando debordare morbida crema pasticciera e ciliegie candite, insomma la santarosa dolce antichissimo, Salvator Rosa non la conosceva perché nel Seicento le monache di Conca dei Marini sulla costiera amalfitana ne tenevano ancora segreta la ricetta. Tu però non preoccuparti, concludo, abbiamo imparato a farla pure noi, per cui ogni volta che… da lassù, dai duecentocinquanta metri del Vomero, scenderai quaggiù a Benevento, altitudine appena centoventi… potrai senz’altro gustarla leccandoti le dita. 

Mi saluta veloce, se ne scappa lungo Via Salvator Rosa.

ELIO  GALASSO

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