Quando Scarponi arrivo' primo a Benevento Sport

E’ iniziato il conto alla rovescia per celebrare i 100 anni del Giro d’Italia, ma alla partenza della prima tappa in Alghero, il 05/05/2017, il mondo del ciclismo è privato di un suo protagonista, Michele Scarponi. In una giornata di primavera, nella ridente cittadina di Filottrano (AN), una drammatica notizia, il 22 aprile, battuta dalle agenzie italiane e straniere, annuncia l’improvvisa dipartita di Michele Scarponi.

Egli muore in una curva nel suo paese natale, a due chilometri dalla sua abitazione, in un tratto in discesa, in via dell’Industria, indossa il casco protettivo, un autocarro lo travolge, il conducente è accecato probabilmente dal sole.

Per un imperscrutabile mistero dell’esistenza la morte ha impedito all’Aquila di Filottrano di scalare il Passo dello Stelvio (Cima Coppi), il Mortirolo (Salita Scarponi), il Passo del Pordoi, nel Giro d’Italia 2017. Egli ha tagliato, invece, l’ultimo traguardo nel fiore della vita. L’inquietudine, il dolore, lo sgomento, pervadano la sua famiglia, l’Astana la sua squadra, la sua comunità, per la scomparsa dell’uomo generoso, del campione con l’inconfondibile sorriso dalla disponibilità incredibile.

Perché? E’ l’interrogativo ricorrente, ma nessuno riesce a dare una risposta ad una circostanza che sgomenta e rattrista. Ricordi indelebili ancora sono affiorati nella mia memoria, allorquando da inviato di Realtà Sannita ho seguito per la prima volta il Giro d’Italia 2009 nella città capoluogo. In un clima festante, dominato dal colore rosa, si scorgono i volti raggianti dei bambini, l’indescrivibile gioia di innumerevoli sanniti accorsi in Benevento, incastonata in una quinta scenografica davvero stupefacente. La 18ª tappa Sulmona-Benevento, di 182 Km, è riportata nel Garibaldi, da custodire gelosamente nell’archivio della memoria del ciclismo.

La corsa è partita dalla provincia dell’Aquila alle 12.50, i ciclisti hanno affrontato inizialmente il tracciato pianificato da Rcs con facili asperità altimetriche, scalando il Piano delle Cinque Miglia (GPM Km 22.5 - Gran Premio della Montagna) e di Rio Nero Sannitico, in provincia d’Isernia. In Campania, i tratti pianeggianti sono stati attraversati dai corridori, in particolare la Valle del Matese e Telesina. I ciclisti, inoltre, hanno effettuato il rifornimento in località I Quattro Venti (Km 103-106) e in Telese Terme (Km 145.5) il TV (Traguardo Volante), è particolarmente avvincente da un veloce sprint. La corsa è stata caratterizzata da una fuga di 25 corridori, che già in mattinata tentano di staccare il gruppo, gran parte dei fuggitivi viene successivamente ripresa.

I sette battistrada, rimasti al comando continuano imperterriti la marcia di avvicinamento verso la mèta finale, ma soltanto il marchigiano Michele Scarponi resiste alla ruota dei suoi irriducibili avversari stranieri. Nel circuito finale tra le vestigia romane, longobarde e papaline, di incomparabile bellezza artistiche ed architettoniche comincia la bagarre. Gli ultimi 7.500 m., rappresentano un banco di prova notevole per conquistare la vittoria di tappa. Nella città delle streghe la parte iniziale del tracciato si presenta con viali larghi e rettilinei, con tratti prima in salita ed in seguito in discesa.

L’entusiasmo della folla cittadina e di numerosi amanti delle ruote, provenienti dai paesi della provincia è alle stelle, applaudendo i corridori dietro le transenne al passaggio di Piazza Colonna, del Ponte Vanvitelli sul fiume Calore, l’Arco di Traiano ed il Corso Garibaldi.

I pronostici della vigilia sono stati letteralmente sovvertiti, infatti, i velocisti avrebbero conquistato agevolmente il podio, essendo una delle ultime occasioni per trionfare in una vittoria di tappa. Michele Scarponi riesce a controllare gli allunghi dei suoi avversari in vista del traguardo, risparmiando le forze necessarie per lo sprint finale con un’azione strategica vincente.

Un ennesimo tentativo di Devenyns fallisce, il marchigiano tallona Pate e si sgancia dal gruppetto, precedendo il colombiano Cardenas e Pate, originario della Grande Mela, nel rettilineo terminale del tracciato di 200 m, situato in una leggera salita, al Corso Garibaldi sul fondo lastricato in porfido, denominato anche pavè. Scarponi, lo scalatore di Filottrano, bissa il suo secondo successo nel Giro del Centenario, in 4. 07’41”, con una media di 44,088 K/h mentre il gruppo della maglia rosa con  il russo Menhov, Danilo di Luca e Armstrong giunge con 3’57” di ritardo dal vincitore.

A conclusione della tappa si è ritirato Davide Malacarne. Il vincitore della corsa è stato premiato dal primo cittadino Fausto Pepe, sul podio anche l’amministratore delegato del Benevento, Ciro Vigorito. Accanto alla maglia rosa Denis Menhov, il presidente della Provincia Aniello Cimitile, che ha omaggiato il ciclista russo con un quadro di Andrea Petrone, dal titolo “Ciclisti si nasce ed io lo nacqui modestamente”. L’opera, realizzata con una tecnica mista su carta, di dimensioni 30 x 40 cm., trae l’ispirazione dal celebre film “Totò al Giro d’Italia”, con la partecipazione straordinaria di Fausto Coppi e Gino Bartoli, insieme ad altri campioni del passato. Danilo Di Luca ha indossato la maglia ciclamino, ricevuta dal vice-presidente della Camera di Commercio di Benevento Giuseppe Donatiello.

L’assessore allo Sport del Comune di Benevento Luigi Ionico ha premiato con la maglia verde Stefano Garzelli, mentre il leader della classifica dei giovani ha ricevuto il tributo di Giuseppe Lamparelli, vice-presidente del Consiglio Provinciale. Una giornata di sport vissuta all’insegna della passione irrefrenabile, dell’immenso calore, dell’affetto incommensurabile per chi stremato dalla fatica della corsa continua nel tempo a ripercorrere le gesta dei campioni del passato. L’ineguagliabile giornalista Indro Montanelli, per celebrare il mondo delle due ruote ha scritto: “Il Giro d’Italia ha uno strano potere: quello di trasformare in domenica ogni giorno della settimana”.

NICOLA MASTROCINQUE

nmastro5@gmail.com 

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