Presentato il libro di Lucia Gangale 'Pago Veiano Amarcord' Enti

Un libro di grande formato, con oltre cinquecento fotografie a colori e storie di famiglie, personaggi e fatti di vita paesana, che “scorre come un film”, ha detto Giovanni Fuccio, ed è “ulteriore prova della testardaggine dell’autrice”, ha sottolineato Mario Pedicini, i quali, nella serata del 29 aprile 2017, davanti ad un folto pubblico riunitosi nel salone delle feste del ristorante Il Talismano, a Pago Veiano, hanno presentato il nuovo libro di storia locale di Lucia Gangale.

Il titolo è assai esplicativo del contenuto dell’opera: Pago Veiano Amarcord, edito da Youcanprint.

Trattasi del quarto lavoro su Pago ad opera della Gangale, cresciuta giornalisticamente nella famiglia di Realtà Sannita ed autrice di diverse pubblicazioni, con una predilezione particolare per la saggistica.

In un clima di grande festa e cordialità, l’autrice ha consegnato alle giovani generazioni il ricordo di eventi che altrimenti sarebbero rimasti solo nella memoria collettiva, fino a scomparire quasi del tutto.

Storie di contadini e gentiluomini, di fede e di emigrazione, di educatori e di sacerdoti, di famiglie scomparse e di palazzi abbattuti. Su tutto emerge forte il messaggio del libro, che è quello di fare tesoro della ricchezza della storia in funzione di guardare al futuro, evitando gli errori del passato.

Come la stessa autrice ha sottolineato, l’indagine storiografica sul comune di appartenenza - il quale oggi ha finalmente una sua letteratura di riferimento - ha impegnato molti anni della sua vita ed ha richiesto un grosso impegno personale, tuttavia sempre supportato dall’aiuto dei tanti pagoveianesi che le hanno aperto gli archivi personali, mai rifiutandosi di cedere un documento, una testimonianza, una fotografia storica. Sottraendo tutta quanta questa storia alla dimenticanza.

Nel corso della serata, Mario Pedicini ha anche letto il discorso che in serata avrebbe dovuto tenere lo storico sanmarchese Andrea Jelardi, che avrebbe dovuto presenziare all’incontro, ma che  non ha potuto essere presente per sopraggiunti impegni professionali a Bologna.

Nel suo intervento, Jelardi rimarca il proprio legame familiare con Pago Veiano, soprattutto attraverso la figura del suo illustre antenato che fu il Senatore del Regno Nicola Polvere.

Molto gli amici intervenuti anche da Pietrelcina, Paupisi, Benevento, Cervinara, San Marco dei Cavoti.

Tutti hanno potuto immergersi in un meraviglioso “amarcord”, che ha fatto riaffiorare sensazioni assopite e immagini sbiadite nella memoria. Un libro che già in sala i convenuti sfogliavano e commentavano insieme con gioia e partecipazione, ognuno riconoscendo una parte del proprio vissuto o della propria storia familiare.

L’autrice ha detto che il libro si chiude con delle proposte, puntualmente elencate: il recupero di Palazzo Polvere e della Torre di Terraloggia, il completamento di quella che avrebbe dovuto essere la biblioteca comunale, la nascita di un centro culturale nell’ex edificio elementare, una destinazione d’uso per palazzo Casalbore (illustre famiglia ormai scomparsa, di antenati della Gangale, la quale famiglia ha dato valenti professionisti al paese), una fiera agricola ed artigianale a Piana Romana, ed il sogno di far rientrare il paesaggio collinare di Pago Veiano nel patrimonio Unesco.

L’emozione ha raggiunto il vertice in chiusura, quando Lucia Gangale ha salutato citando alcuni passi del paese logo Franco Arminio ed ha quindi donato al ristorante Il Talismano un quadro di grande formato, da lei stessa realizzato, raffigurante il panorama di Pago Veiano.

SILVIA RAMPONE

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