Quei profumati 50 anni di Manlio Società

L’appuntamento è per le 10.30 di mattina e con una precisone da cronometro giunge nella nostra redazione di Via Piermarini Manlio D’Abrusco, nome storico a Benevento nell’ambito della profumeria e pelletteria.

Un’attività la sua iniziata ufficialmente al Viale Mellusi il 10 agosto 1967 (era un giovedì), alla presenza di numerosi amici e con la benedizione di padre Lucio Danzeca (figura mitica in città a cui si deve la formazione di schiere di giovani), ed il prossimo 10 agosto - curiosamente ancora di giovedì - saranno cinque decenni tondi tondi di vita commerciale sempre al Viale Mellusi.

Nell’attesa di scoprire le sorprese che Manlio D’Abrusco e i suoi dinamici tre figli - Massimiliano, Anna Carla e Riccardo - stanno preparando alla clientela (a proposito tenete d’occhio la pagina Facebook Manlio) abbiamo voluto chiacchierare a lungo con chi in tanti anni ha fatto della sua passione un “capolavoro”, commercialmente parlando s’intende: 5 vetrine dove c’è la vendita, più altre 5 vetrine di sola esposizione sul lato opposto del viale, insomma un mega negozio fisico - con annessa vendita online - che non ha eguali a Benevento, ma alle cui spalle ci sono tanto lavoro, sacrificio e perseveranza.

Iniziamo subito a sfogliare gli album di fotografie che il nostro ospite ha portato con sé e la prima cosa che Manlio D’Abrusco ci fa subito notare è il suo modo di vestire quando era un ragazzo: “Io da giovane - ci racconta - portavo sempre il vestito e la cravatta, tant’è che nel napoletano dove andavo a giocare a pallone mi chiamavano ‘don Manlio’ proprio per questa mia prerogativa”.

Un momento, fermi tutti… giocare a pallone nel napoletano?

Vogliamo saperne di più e così ‘don Manlio’ ci spiega: “Ho iniziato a tirare i primi calci ad un pallone intorno agli 8 anni e a 15 sono entrato nella squadra della Meomartini. Da quel momento ho proseguito incessantemente con questo sport fino ai 23 anni passando da una squadra all’altra: la Santantimese, l’Acerrana, il Nola, il Pomigliano d’Arco, ho giocato anche con la squadra di Montesarchio e del Benevento”.

E a questo punto D’Abrusco tira fuori dalla borsa in pelle una busta paga - datata febbraio 1964 - di 6.000 lire mensili che gli corrispondeva proprio il Benevento.

Una carriera brillante la sua, difatti, ad un certo punto lo voleva anche il Catania, ma come spesso avviene nella vita degli uomini, quando una strada sembra già tracciata, ecco che il destino scompiglia le carte e ci si ritrova ad imboccare un nuovo sentiero.

“Ai miei tempi - narra ancora - si andava a ballare in casa di amici ed una sera, al termine di una festa, una mia cara amica che adesso non c’è più, di nome Anita Bocchini, fu urtata per le scale, cadde e si ruppe il braccio e la gamba. Lei faceva la guantaia in una fabbrica di Benevento, però, per guadagnare qualche lira in più vendeva alle ragazze che stavano con lei in fabbrica, circa una sessantina, diverse cose: calze, shampoo, detersivi, ecc. ecc. Essendo, dunque, impossibilitata e dovendo consegnare della merce a Paduli e a San Giorgio del Sannio mi chiese la cortesia di farlo io al posto suo e poiché allora non avevo ancora la patente, ma solo il foglio rosa, andai con mio fratello. Circa un mese e mezzo dopo volle che l’accompagnassi a fare spesa a Napoli a Piazza Mercato e così iniziai a vedere i posti dove lei comprava tutti questi prodotti di igiene e bellezza. Ma non è finita qui... Un altro mio caro amico, Peppino Molinaro, in gioventù faceva il ragioniere da Santamaria e la sera quando andavo a prenderlo per uscire insieme Santamaria mi faceva entrare nel suo negozio e mi faceva vedere la merce. Incominciai a comprare dei detersivi per i miei parenti, la cosa mi piacque, ci presi gusto e all’età di 21 anni decisi di aprire un negozio tutto mio al Viale Mellusi, dove abitavo, e poiché tutti mi conoscevano come Manlio, sfruttai il mio nome per l’insegna, difatti c’era scritto ‘Manlio - Merceria, Drogheria, Chincaglieria’. Quindi io ho aperto con i detersivi, perché i soldi non erano tanti, ma dopo qualche anno ho aggiunto la cosmetica”.

La prima acquirente - che potremmo definire una piccola mascotte portafortuna - fu una bambina di circa 10 anni che acquistò un dentifricio e Manlio D’Abrusco ci mostra con orgoglio la fotografia che immortala quell’attimo.

La carriera di calciatore e quella di commerciante marciarono parallele per un paio di anni e poi ‘don Manlio’ all’età di 23 anni lasciò il calcio per concentrarsi esclusivamente sull’attività commerciale.

“Quando mi sono cimentato in questa avventura - sottolinea D’Abrusco - al Viale Mellusi c’erano solo salumerie e lavanderie, null’altro, pertanto per attirare i clienti bisognava darsi da fare ed essere anche originali e creativi. Ricordo che poco dopo l’apertura comprai una cinquantina di chiodi di cavallo da un maniscalco del napoletano, li pitturai di vari colori e ci scrissi ‘Al mio caro amore’, ‘Al mio passerotto’ e via discorrendo e per San Valentino li misi in vetrina insieme ad un tronco di albero che avevo ripulito e devo dire che li vendetti tutti quanti. Per la ‘Festa del Papà’, invece, comprai 24 martelli da Giovanni Maio, colorai la parte superiore in metallo e ci scrissi ‘Al mio caro papà’ e anche in quell’occasione la mia idea fu molto apprezzata dai clienti. Il negozio cominciò a migliorare tantissimo, divenne sempre più ricco di merce e nei primi anni Settanta allestii una cabina estetica con tanto di tende, fiori, un vapozono e per fare ancora più scena dipinsi pure un vaso ed una lampada. Estetiste in città non ce n’erano, mentre da me veniva una professionista della Shiseido per fare i trattamenti di bellezza e le signore erano entusiaste”.

Il giovane Manlio capisce ben presto che il mondo del beauty è la carta vincente e si abbona a diverse riviste specialistiche che studia letteralmente per offrire alle proprie clienti prodotti sempre più performanti e polisensoriali.

Comincia ad andare al Cosmoprof di Bologna (la fiera internazionale della profumeria e della cosmesi che proprio quest’anno ha tagliato il traguardo dei cinquant’anni) e ai suoi occhi si dischiude un mondo di bellezza, imperniato su essenze profumate, creme sensuali e cosmetici magnifici.

Alla clientela vengono offerti brand di pelletteria e profumeria sempre più ricercati ed esclusivi, il negozio si ingrandisce e negli anni Ottanta viene ristrutturato da un’azienda di Bologna specializzata nel settore che consiglia di cambiare anche l’insegna e di imprimerci sopra nome e cognome per farsi conoscere meglio anche al di fuori dei confini sanniti.

D’Abrusco inizia a farsi pubblicità sulle riviste, sui quotidiani, sull’orario dei treni, si fa fare gadget e bigliettini originali da distribuire alle fiere come ai clienti, insomma, la quinta è oramai ingranata abbondantemente.

Nel 2001, poi, avviene una nuova svolta: Massimiliano, Anna Carla e Riccardo dopo gli studi universitari decidono di dedicarsi di loro spontanea volontà all’attività commerciale, nasce la D’Abrusco Srl e il negozio subisce una drastica trasformazione con ennesima ristrutturazione.

Via i dentifrici, gli spazzolini da denti, le tinture per capelli e gli shampoo, Manlio e i figli puntano sull’alta qualità: i profumi di nicchia, i bijoux più raffinati, la pelletteria di lusso… ed i clienti certo non mancano, segno che la scelta è stata centrata.

In tutto questo lasso di tempo molto lungo Manlio D’Abrusco è rimasto sempre fedele al Viale Mellusi.

“Per la verità - ci dice - parecchi anni fa fui tentato di trasferirmi al Corso Garibaldi, non solo perché era più centrale, ma soprattutto perché era il cuore pulsante dello shopping cittadino, però, quando iniziai a vedere che al Viale Mellusi aprivano le banche decisi di non spostarmi più e bene ho fatto visto a cosa si è ridotto oggi il Corso”.

In conclusione, chiediamo al nostro gradito ospite qual è il segreto del suo successo.

“Io non ho mai pensato al guadagno facile e immediato - ci risponde -, ma ho sempre investito molto per rendere il negozio confortevole, spazioso, colmo di prodotti, per di più mi sono voluto differenziare dagli altri puntando alla qualità e poi, particolare non da poco, ho lavorato con passione di giorno e di notte, ad esempio, quando i miei figli erano piccoli, mi alzavo alle 5 di mattina per preparare la vetrina ed avere così un po’ di tempo in più per stare con loro”.

ANNAMARIA GANGALE

annamariagangale@hotmail.it

Nella foto di apertura Manlio D'Abrusco con i suoi tre figli (da sinistra) Riccardo, Anna Carla e Massimiliano  

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