Resettare Società

E' una parola che nasce nel 1989. La si trova solo nell'aggiornamento del Grande Dizionario Italiano dell'Uso di Tullio De Mauro. Ma i giovani la usano come se fosse sempre esistita. Significa più o meno azzerare tutto e senza buttare via la macchina ricominciare una operazione.

Affermare che al Comune di Benevento sarebbe opportuno resettare significa innanzitutto che qualcosa si è inceppato. Non si resetta  un lavoro che procede bene, secondo gli obiettivi e i tempi stabiliti.

Un anno di vita della Giunta guidata da Clemente Mastella e, soprattutto, i quattro anni che dovranno essere percorsi impongono un serio esame delle potenzialità della squadra rispetto agli obiettivi che non possono abbassarsi per adeguarli alla svogliatezza (o alle distrazioni) dei giocatori.

Lo stesso sindaco non può peraltro disinteressarsi dei tuffi e delle virate che agitano le acque della piscina consiliare.

Le due questioni hanno evidenti punti di contatto. Chi passa da uno schieramento all'altro, lo faccia per farsi notare o per meditate riflessioni sui destini dell'umanità, scombussola la consistenza numerica degli schieramenti di maggioranza e di opposizione. Questa fibrillazione, innescata dalla ricomparsa sulla scena di un “giocatore della politica” (quale egli stesso ha ritenuto di poter affermare),diventa l'oggetto della meditazione decisiva del sindaco. A cominciare da quelli che si aggregarono sotto il suo nome, per finire a quelli che sotto diverse bandiere decisero di appoggiarne l'elezione al ballottaggio, Mastella ne deve sondare la consistenza ma non può restare inerte come uno svogliato notaio di provincia.

Il sindaco deve mettere in campo le decisive doti di leader. Non può essere l'appuntamento delle elezioni politiche dell'anno prossimo uno scenario plausibile di ambizioni realizzabili per qualsiasi attore della attuale compagine amministrativa. A prescindere da ogni legittima autovalutazione, risulta inverosimile una candidatura vincente per chi non è uscito mai dal guscio dell'ambiente municipale. Se poi si pensa che nei collegi comprendenti la provincia di Benevento (qualunque sia la legge elettorale) non usciranno mai più di due eletti, è evidente che i salti della quaglia di questi giorni si riveleranno solo frutto di bizzarrie climatologiche.

Resta il fatto che non sono molti (tra consiglieri e assessori) intenti a tenere un passo che faccia riferimento al 2021, data di naturale scadenza di quest'amministrazione. Ma è proprio da questi che Mastella può ripartire per indurre a più miti consigli gli scalpitanti eccitati da una citazione sulle colonne di giornali e social.

Riprendere in mano il programma di mandato, selezionare le cose che più concretamente si possono mettere in pentola, vietare agli chef di uscire in sala a raccontare le magagne della cucina sono i primi accorgimenti da mettere a punto.

Meno chiacchiere, meno esposizioni mediatiche. Lo stesso Mastella non si deve sentire in obbligo di rispondere a chiunque manifesta solo opinioni: nello stesso momento in cui dà l'impressione di spazientirsi può apparire disorientato.

La vita amministrativa è fatta di un continuum. E' necessario che si esamini con attenzione quel che si dovrà ripetere da qui al 2021 affinché si possa replicare sempre meglio. Puntualità, efficienza organizzativa, comunicazione esaustiva verso l'utenza si possono tenere sotto stretto controllo di qualità.

L'ambizione di un amministratore è anche quella di realizzare qualcosa di nuovo, di sorprendente, di eccezionale. Sui grandi eventi (che possono anch'essi essere ripetitivi, una volta consolidatisi: Città Spettacolo, Stagione lirica e di prosa al Teatro Romano, Stagione di concerti invernali) serve un salto d'ala: programmazione pluriennale, collegamenti con televisioni e stampa nazionali, acquisizione di sponsor, accesso a finanziamenti nazionali o europei e tanto altro ancora.

Di questo devono interessarsi quelli che hanno ottenuto voti a giugno 2016. Ai concittadini che li hanno votati non gliene importa se oggi vogliono costituire un partito, approdare di qua o di là, proporsi a futuri leader politici.

Non è che, per paura del voto di scambio, si debbano dimenticare gli impegni presi solo un anno fa.

MARIO PEDICINI

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