Sarahah ovvero l'insulto anonimo Società

Cosa resterà di questa caldissima estate appena trascorsa? Cosa ricorderemo dopo aver sgonfiato i salvagenti rosa a forma di fenicottero e dopo aver archiviato in ordine cronologico tutti i selfie che ci siamo scattati? L’estate sta finendo e un anno se ne va, cantavano i Righeira negli anni ‘80, quando i tormentoni esistevano già, ma non avevano ancora questo nome.

Tra le meteore di questa stagione calda spicca senza dubbio un’app che, possiamo pure dirlo, ha brillato per una sola estate. Sto parlando di Sarahah. E non preoccupatevi: se ve la siete persa, di sicuro non la rimpiangerete.

Sviluppata da un programmatore arabo alla fine dello scorso anno, ha avuto il suo boom nel mese di luglio, per poi scoppiare come una bolla di sapone a fine agosto. Il nome deriva da una parola araba che vuol dire “sincerità” e in effetti lo scopo dichiarato di quest’applicazione, almeno nelle intenzioni, è quello di consentire a tutti di esprimersi con la massima sincerità. Anonimamente.

Forse rammentando le parole di Oscar Wilde, secondo il quale tutti saremmo sinceri se indossassimo una maschera, il brillante esperto di software saudita ha voluto concedere agli utenti di questo simpatico giochino di scoprire cosa pensano realmente i loro amici. Chiunque abbia scaricato Sarahah, infatti, può ricevere sul proprio smartphone dei messaggi anonimi da parte di tutti i contatti che ha nella rubrica telefonica, senza però sapere chi ha scritto cosa.

Per molti sconsiderati buontemponi, Sarahah si è trasformata semplicemente in una macchina per insultare il prossimo senza essere riconosciuti. I più dotati di autoironia hanno poi pensato bene di condividere su Facebook gli insulti ricevuti per farsi due risate con gli amici. Alle critiche da parte di alcuni che l’app potesse essere uno strumento nelle mani dei cyberbulli, il suo creatore ha risposto che, proprio per evitare che ciò accada, i messaggi ricevuti sono visibili solo dal destinatario e quest’ultimo è l’unico a poter decidere se condividerli o meno sui social.

Sarahah nel giro di un mese è diventata il gioco preferito di moltissimi giovani e meno giovani, desiderosi, contenti loro, di sperimentare il discutibile piacere di essere tempestati di messaggi anonimi. 14 milioni sono, nei paesi in cui tale app è stata resa disponibile, gli utenti che l’hanno scaricata.
Ma ogni bel gioco dura poco ed alla fine del mese scorso anche Sarahah ha esaurito la sua attrattiva.

Un po’ per noia, ma soprattutto perché si è venuto a sapere che silenziosamente tale app è in grado di copiare la rubrica telefonica di chi la installa per poi trasferire i numeri telefonici in essa presenti nei server della società proprietaria dell’applicazione, che in un secondo momento li rivende a terze parti. Nulla d’illegale: tutto ciò è riportato nel contratto d’uso di cui viene mostrato il link al momento in cui si scarica l’app e che probabilmente quasi nessuno si è preso la briga di leggere. D’altronde, se l’app è resa disponibile gratuitamente per tutti, chi l’ha prodotta deve pur ricavare un guadagno in qualche modo.

Questa scoperta ha rappresentato letteralmente la pietra tombale per Sarahah, ma ormai il danno è fatto: dunque non sorprendetevi se nei prossimi mesi noterete un incremento nelle telefonate e negli sms diretti al vostro cellulare in cui vi vengono proposte le più svariate offerte commerciali; semplicemente, qualcuno che ha il vostro numero in rubrica si è divertito a giocare con Sarahah. Ma se vi può essere di consolazione, nel caso scopriate di chi si tratta, potrete insultarlo liberamente. E in forma anonima.

Saluti dalla plancia,

CARLO DELASSO

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