C’era una volta il tabacco… Ambiente

A proposito di agricoltura nel Sannio.
Per iniziativa della Facoltà di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università del Sannio è stato organizzato un seminario di studio sull’agricoltura nel Sannio. Ci ha particolarmente colpito la relazione del dott. Sergio Milano che ha trattato il tema “Storia della tabacchicoltura in Italia e nel Sannio”, e lo ha fatto avvalendosi dei suoi 40anni di esperienza maturata come Tecnico delle coltivazioni, nell’amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, poi in ETI (Ente Tabacchi Italiani) ed infine in una multinazionale presente in circa 200paesi (BAT). “La consuetudine del fumare precede la scoperta dell’America, l’origine risale al terzo millennio prima della nostra era, sono state trovate pipe di argilla che risalgono dal 1200 al 900 a.C.” è così che ha esordito il dott. Milano, che ha proseguito la sua relazione fino all’arrivo del tabacco in Europa e all’introduzione e al successo della tabacchicoltura nel Sannio, dal 17°sec. all’unificazione del Regno d’Italia. Il tabacco viene importato a Benevento dai numerosi ordini religiosi esistenti all’epoca, la conferma viene da un documento esistente nella biblioteca cittadina dal quale risulta che il Tabacco poteva essere “sfruttato” ai fini della riscossione di un’imposta. La coltivazione era estesa nel territorio della delegazione Apostolica che comprendeva la comunità di Benevento, Sant’Angelo a Cupolo e San Leucio e doveva essere limitata al solo consumo locale, ma tale disposizione non venne rispettata e le quantità in esubero venivano contrabbandate nel Regno di Napoli che aveva sottoposto il tabacco a gabella. All’epoca dell’invasione francese la coltivazione a Benevento prosperò notevolmente e venne istituita una privativa a favore dello Stato e ulteriori vincoli fiscali. Dopo la caduta di Napoleone Benevento tornò nel dominio della sede apostolica e tra i governi napoletani e pontificio fu stipulata una convenzione grazie alla quale lo stato pontificio si obbligava a fornire i tabacchi di Benevento alla manifattura di Napoli nelle quantità che quest’ultima richiedeva. I tabacchi di Benevento costituivano la prima industria dei cittadini. Questa situazione durò fino ad ottobre del 1860 quando la delegazione apostolica di Benevento venne annessa al Regno d’Italia e la nostra città venne disciplinata dalle stesse regole delle altre province del regno. Il dott. Milano ha poi analizzato il processo legislativo evolutosi all’incrementare del fenomeno fino alla nuova OCM del 2006 che ha introdotto il principio del disaccoppiamento : tutto o parte del premio viene elargito ai coltivatori in possesso di quote indipendentemente dal fatto se coltivano o meno. E’questo un forte incentivo a non coltivare più tabacco o a sostituirlo con altre coltivazioni.La forte competitività sui mercati, conseguente alla crescente liberalizzazione, impone a tutti gli operatori del settore la necessità di fare scelte imprenditoriali. Per produttori abituati ad una situazione fortemente protetta non sarà facile iniziare un nuovo corso che inevitabilmente porterà a confrontarsi con un mercato globale. Sarà ancora più difficile per i coltivatori della nostra provincia, che, in genere, hanno solo piccole superfici investite a tabacco. La cooperazione potrà rappresentare la giusta soluzione, essendo indispensabile abbandonare l’attuale imperante individualismo. L’eccessiva frammentazione delle Aziende di Trasformazione rappresenta un aspetto negativo da correggere. Non bisogna dimenticare che anche l’eventuale abbandono delle coltivazioni non creerebbe nessun problema all’industria del fumo e alle casse dello Stato, i prodotti da fumo continueranno ad essere fabbricati con il tabacco prodotto in altri Paesi. I problemi resteranno seri per il Sannio, dove, come si è detto, il tabacco da tempo rappresenta uno dei punti di forza e di sviluppo del mondo agricolo.
MARIASERENA PELLEGRINI