Giornalisti sotto attacco Società

Si è svolta recentemente a Napoli un’affollata assemblea di giornalisti della Campania per decidere il da farsi di fronte alla grande campagna di denigrazione della categoria che sta investendo tutto il paese.

Intanto per dire NO alla legge bavaglio sulle intercettazioni che il governo si appresta a varare ma anche per sventare tutti i tentativi posti in atto in tutto il paese per sciogliere l’Ordine Nazionale nell’ambito della cosiddetta liberalizzazione delle professioni.

Il dibattito che si è svolto a Napoli all’hotel Alambardieri in piazza dei Martiri ha fatto registrare una serie di autorevoli interventi dai quali è emersa la volontà unanime di battersi con tutti i mezzi per la salvaguardia dell’autonomia della professione e la tutela dei giornalisti occupati e disoccupati.

Quanto ai primi per contrastare i licenziamenti facili ed i secondi per garantire loro l’accesso al lavoro. A tal proposito nel documento finale approvato dall’assemblea, tra l’altro, viene richiesta l’applicazione della legge 150/2000 sulla comunicazione pubblica per la quale le pubbliche amministrazioni devono consentire la presenza negli uffici stampa dei soli giornalisti regolarmente iscritti all’albo.

Alla manifestazione sono intervenuti Ottavio Lucarelli, (Ordine), Enzo Colimoro (Assostampa), Lino Zaccaria (Inpgi), Marisa La Penna (Casagit). Ai lavori hanno partecipato oltre 300 giornalisti, tra cui il presidente dell'Odg Enzo Iacopino, il presidente della FNSI, Roberto Natale, il vicepresidente vicario dell'Inpgi, Maurizio Andriolo, il consigliere Cda Casagit, Alfonso Pirozzi, il segretario dell'Usigrai Carlo Verna, il vicepresidente dell'Odg Piemonte Ezio Ercole, il vicepresidente Odg Lazio Gino Falleri e i componenti di giunta FNSI, Domenico Falco (vicepresidente Odg Campania) e Carlo Parisi (segretario sindacato Giornalisti Calabria).

Particolarmente significativo l’intervento del vice presidente dell’Ordine Regionale Domenico Falco (giunta esectiva FNSI – vice presidente ODG Campania) che ha annunciato l’iniziativa di una petizione portata avanti da alcuni Ordini regionali avendo come capofila quello della Calabria con Carlo Parisi (Giunta esecutiva Fnsi – Segretario Sindacato Giornalisti della Calabria), Ezio Ercole (Consigliere nazionale Fnsi – Vicepresidente Odg Piemonte), Gino Falleri (Consigliere nazionale Fnsi – Vicepresidente Odg Lazio), Vincenzo Colimoro (Consigliere nazionale Fnsi – Presidente Assostampa Campania), Lorenzo Del Boca (Consigliere nazionale Odg), Maurizio Andriolo (Vicepresidente vicario Inpgi), Giuseppe Gallizzi (Presidente Revisori dei Conti Odg) e Attilio Raimondi (Consigliere nazionale Odg – Sindaco revisore Inpgi).
Un’esigenza, la loro, che nasce dal timore, affatto fugato, che, dopo la pausa vacanze, qualche signore della politica torni a sferrare un nuovo attacco “diretto, da un canto, – si legge nel documento formulato dai colleghi – ad abolire gli Ordini professionali e segnatamente l’Ordine dei giornalisti, dall’altro a sacrificare gli irrinunciabili valori di indipendenza e autonomia della professione”.
Da qui l’invito, rivolto a tutti i giornalisti italiani, a far sentire la propria voce e manifestare un chiaro dissenso, firmando la petizione sul sito
http://www.giornalisticalabria.it/.
“Un gesto doveroso – fanno notare i colleghi, primi firmatari – se vogliamo tutelare la nostra professione, in tutte e due le sue componenti, professionisti e pubblicisti, che hanno pari dignità, anche rappresentativa: se si arrivasse, infatti, all’abolizione dell’Ordine e dell’esame di Stato per l’accesso alla professione, ci troveremmo in mezzo ad una giungla. Senza regole, né tutele”.
Come se i problemi che la categoria deve, ad oggi, affrontare, non bastassero.

ANNAMARIA GANGALE

 

Nella foto, da destra: Domenico Falco, Roberto Natale, Ottavio Lucarelli, Enzo Colimoro. A presiedere, il decano dei giornalisti Acampora

 


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