Tempi duri per i diabetici Società

Da settimane oramai coloro i quali sono affetti da diabete e fanno uso di strisce reattive per la determinazione della glicemia con le apposite macchinette, di lancette sterili pungidito e di siringhe monouso per insulina, non debbono più passare, previa prescrizione del medico di famiglia, per la farmacia per ottenerli, ma stanno godendo di “un nuovo servizio, altamente innovativo, studiato dalla Sesat-De Rosa e la Asl di appartenenza, al fine di rendere più agevole e razionalizzato l’utilizzo dei presidi/ausili cui si ha diritto”.

Il nuovo servizio consiste nella consegna, da parte dei “Servizi sanitari territoriali” della ditta De Rosa con sede legale, ufficio e deposito a Gricignano di Aversa (Caserta), direttamente al domicilio del paziente, trimestralmente. Detto così sembrerebbe tutto perfetto, se non fosse per un qualcosa sfuggito forse a chi ha ideato il tutto. E sì perché quanto in consegna viene trattato alla stregua di materiale inerte.

Le strisce reattive vanno tenute in un intervallo di temperatura compreso tra i 15 e i 30 gradi centigradi, al di fuori di questo range si alterano dando valori imprecisi e potendo procurare grave nocumento alle condizioni del paziente sottopostosi all’autoesame per appurare il valore glicemico e che dovrà regolarsi per il dosaggio insulinico.

Anche le siringhe monouso non vanno esposte a fonti di calore. E, guarda il caso, proprio ai primi di ottobre c’è stata una consegna effettuata da un corriere con una normale Fiat Punto, con 30 gradi di temperatura esterna, e non osiamo immaginare in quel bagagliaio quale fosse il calore sviluppatosi, tant’è che al primo controllo con una striscia prelevata da una di quelle confezioni i valori sono risultati completamente alterati.

Il problema si riproporrà nei mesi invernali con temperature esterne di sicuro inferiori ai 15 gradi. I parametri necessariamente da rispettare sono quelli di umidità e di temperatura: potranno mai essere garantiti se è stato detto di telefonare a fine novembre affinché venga allestito il pacco che giacerà in deposito ed inizierà ad andare in distribuzione dal 23 dicembre?

A questo punto più di qualcuno sta chiedendosi quali siano i vantaggi che ne vengano agli utenti rispetto al passato, quando il ritiro in farmacia garantiva comodità (ognuno poteva recarvisi quando più gli faceva comodo) e accuratezza (gli episodi sgradevoli appena menzionati non avvenivano). Meno male che l’insulina la si può continuare a ritirare in farmacia, almeno quella.

Siccome è fornito all’utenza un numero verde per “qualsiasi eventuale domanda o commento” in quanto la ditta garantitasi l’appalto ricorda all’utente “ci consideriamo al suo servizio”, abbiamo invano provato a contattarli ad ogni ora del giorno, sempre sentendoci rispondere da una voce registrata “lasciate numero di telefono, nome e cognome, sarete richiamati al più presto”, per otto giorni di seguito e, quando un pomeriggio ci hanno finalmente telefonato, era già giunto il giorno fissato per essere ricevuti dal direttore generale dell’Asl di Benevento, Michele Rossi.

In questo lasso di tempo avevamo cercato prima ragguagli presso l’ufficio relazioni del distretto sanitario che ci aveva indirizzati al direttore sanitario il quale a sua volta ci rinviava al dott. Michele Rossi. Questo perché, come successivamente ci confermava lo stesso dott. Michele Rossi, “solo il direttore generale dell’Asl è deputato ad avere contatti con l’esterno”, lèggi stampa.

Ma quando prospettavamo il caso, a nostro avviso di una certa gravità, pur trovandolo ben disposto – essendo tra l’altro medico, cosa non sempre verificatasi in passato per un direttore generale dell’Asl – e attento a quanto andavamo sollevando, ci sentivamo rispondere che erano appena due le settimane trascorse dal suo insediamento nell’incarico.

Chiedendo di avere un po’ di tempo per informarsi dettagliatamente su quanto stesse accadendo, cercando di informarsi da noi come fosse la situazione riguardo alle altre Asl, ci siamo congedati con l’impegno di rincontrarci fra un mese.

Avremmo voluto chiedere in cosa consista il “più agevole e razionalizzato utilizzo” rispetto al passato se tanto ci dà tanto, se non convenga evitare questo spargimento di denaro pubblico per una qualità inesistente e che mette a serio rischio l’incolumità degli ammalati e se, da ultimo, non convenga piuttosto dire in maniera onesta di non poter più erogare tale servizio invitando i cittadini a provvedervi da loro.

GIANCARLO SCARAMUZZO

 

 

Altre immagini