Per combattere l'acne le diete non servono Società

“Non mangiare la cioccolata che ti vengono i brufoli”: I brufoli, la tragica iattanza degli adolescenti che i dermatologi chiamano acne e che non è dovuta alla cioccolata o ad altri alimenti ma a fattori ormonali. L'acne comincia all'epoca della pubertà e sono gli androgeni (ormoni sessuali maschili) a scatenarla. Sulla faccia e alla parte superiore del torace esistono i follicoli pilosebacei, formati da un pelo rudimentale sottile e da una ghiandola sebacea ad esso annessa.

Sotto l'influenza degli androgeni si ha un incremento della secrezione sebacea e una contemporanea iperproduzione di cellule cornee del follicoli nella parte superiore allo sbocco della ghiandola, che è detto infundibolo. L'ormone maschile “testosterone” non è il diretto responsabile ma a livello dell'unità pilosebaca viene monitorizzato da un enzima (la “5-alfa-reduttasi”) che lo trasforma in dididrotestosterone, che è viceversa il responsabile del processo acneico perchè provoca l'aumento di secrezione sebacea e l'ostruzione dell'infundibolo.

Ne deriva la distensione del follicolo con la formazione di un piccolo rilievo (microcomedone) che passa successivamente a comedone chiuso o punto bianco e successivamente si rompe e diventa comedone aperto o punto nero. Il nero alla punta del follicolo è dovuto all'ossidazione del sebo.

Nel processo acneico possono intervenire altri fattori: genetici come la iperattività della 5-alfa-reduttasi o l'aumento del trasporto di testosterone libero - o ormonali come l'intervento di altri ormoni come la tiroide e gli ormoni androgeni corticosurrenali. Nella donna ormoni maschili sono presenti nelle ovaie e nei surreni: condizione importante è la presenza nelle ovaie di microcisti, che comportano aumento di androgeni, e sono spesso causa di resistenza e di persistenza dell'acne anche dopo la fase puberale.

Ma nel meccanismo patogenetico dell'acne intervengono anche influenze batteriche rappresentate dal pityrosporon ovale, che è un fungo, dallo stafilococco albo e dal propionibacterium acnes, agenti saprofiti che provocano la reazione infiammatoria che segue alla rottura del comedone. Infatti gli enzimi batterici e gli acidi grassi del sebo intervengono con la loro azione irritante e sono responsabili delle successive manifestazioni cliniche che vanno dall'acne comedonica a quella papulo-pustolosa, alla cistica o indurata (con noduli ed infiltrati profondi) fino alla forma conglobata (con infiltrati profondi) che infine possono esitare in cicatrici atrofiche o ipertrofiche. E non finisce qui come diceva un famoso presentatore TV.

Vi sono altre forme cliniche particolari: l'acne dei neonati del primo mese di vita che fortunatamente scompare spontaneamente dopo qualche mese, l'acne escoriata frequente nelle ragazze o nei ragazzi che si grattano i primi banali comedoni fino a procurarsi escoriazioni al viso,l'acne (pre)mestruale con qualche modesta papulo-pustola, infine l'acne occupazionale, che non è ormonale ma è provocata da sostanze estranee: dalla diossina (ricordo il disastro di Seveso nel 1976), da oli minerali, da catrame, da zolfo (contenuto nei saponi cosidetti disinfettanti ), da cosmetici (pomate grasse) ed infine da steroidi (uso prolungato di pomate cortisoniche applicate localmente che dopo un apparente benessere dovuto all'azione antinfiammatoria aggravano il quadro).

Siamo giunti finalmente al trattamento. Innanzi tutto appare chiaro che le diete speciali non servono a nulla! In secondo luogo bisogna evitare il “fai da te” che spesso comprende l'esiziale spremitura dei comedoni che accelera la rottura del comedone e favorisce la conseguente reazione infiammatoria. E' opportuno invece ricorrere all'intervento specifico dello specialista che comprende:

*l'anamnesi: ambiente di vita e di lavoro, eventuali farmaci assunti, epoca del menarca e ciclo nella donna,

*l'esame clinico obbiettivo, con valutazione del quadro clinico locale e di quello generale con la ricerca di eventuali sintomi di mascolinizzazione come irsutismo o alopecia androgenetica e di altri quadri ormonali (ad es. ipertiroidismo),

*eventuali indagini ormonali, ed ecografia ovarica nella donna;

*e finalmente si passa alla terapia che cmprende farmaci che vanno impiegati diversamente a seconda del quadro clinico.

Ne cito alcuni: antibiotici topici e per via generale (molto efficaci alcuni tipi di tetracicline), il perossido di benzoile molto efficace sulle lesioni infiammatorie, l'acido retinoico (derivato acido della vitamina A) impiegato sia per via locale che generale, attivo sulla cheratinizzazione ed infine creme da impiegare per il peeling.

Per concludere l'acne è una dermatite legata a fattori ormonali che si evidenziano in pubertà ma che possono persistere negli anni successivi e pertanto il suo trattamento può essere prolungato anche per anni e sarebbe errato pensare di riavere un viso liscio dopo pochi giorni di trattamento.

GIOVANNI ERRICO

Medico specialista in dermatologia 

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