Il Benevento affonda il Catanzaro e sale in classifica Sport

Da un Guido (Ugolotti) all’altro (Carboni), ma questa volta cambiando l’ordine dei fattori il prodotto finale è cambiato, ed anche di molto!

Addio al massese Ugolotti sulla panchina giallorossa ed un benvenuto, anzi un bentornato, all’aretino Carboni, vecchia conoscenza del popolo giallorosso per aver vestito la gloriosa casacca beneventana nella lontana stagione 1982-1983, quando sulla panchina giallorossa sedeva un certo Gastone Bean, che aveva come secondo l’indimenticabile Carletto Fracassi. Era la squadra del presidente Romano Monero, del direttore sportivo Enrico Fedele, del capitano beneventano purosangue Cesare Ventura e del sangiorgese Stanislao Bozzi, ma anche dei vari Orati, Cacitti, Laurenti, Zitta, Tarocco, Olivotto, Finetto Sansonetti, Lomonte,Ferrara e compagnia bella.

E dobbiamo dire che con il ritorno a Benevento di Carboni qualcosa è cominciato a cambiare. Oddio, certamente dopo appena due giorni di presenza in un spogliatoio quanto mai difficile Carboni poteva fare miracoli (del resto nessuno gli chiedeva una cosa del genere), ma certamente una svolta, anche se piccola, si è vista almeno per quanto riguarda mentalità, grinta, cattiveria agonistica, disposizione della squadra in campo. Non dobbiamo dimenticare che il Benevento a luglio è stato costruito per praticare esclusivamente il 4-3-1-2 (con Mancosu dietro le punte ed un centrocampo a tre, ma senza esterni) così come richiesto da Imbriani e Martinez, e certamente Ugolotti non avrebbe potuto ottenere molto da determinati giocatori con il 4-4-2 che aveva deciso di attuare. Così, come prima cosa, Carboni è tornato all’antico e gli effetti positivi già sono stati palesi nella sua prima presenza sulla panchina giallorossa. Del resto, non ci voleva molto per capire una cosa del genere.

Ora, però, per il neo allenatore giallorosso e per il suo secondo Bianconi inizia la fase più difficile. Occorre lavorare molto sul carattere dei giocatori, cercare di capire che cosa non va, ricompattare uno spogliatoio che tutti dicono davvero bollente, ricostruire tanti esponenti della “rosa” soprattutto sotto il profilo atletico. Poi, con il “mercato” di riparazione aperto ancora per una decina di giorni Carboni dovrà far capire a Vigorito e Loschiavo i necessari ed urgenti correttivi. Assolutamente dovrà essere sfoltita la “rosa”, ma non sarà impresa facile come già si è capito, e poi cercare di inserire qualche uomo in grado di fare la differenza. Già l’innesto dell’attaccante napoletano Marotta contro il Catanzaro deve essere considerato quanto mai positivo (gli è mancato soltanto il gol), ma ora c’è da vedere cosa fare degli altri otto attaccanti a disposizione parecchi dei quali non possono continuare a restare in panchina o sugli spalti (e ci riferiamo soprattutto ad Altinier, Montini e Falzarano). Come pure non bisogna dimenticare la posizione di Rajcic, recuperato da Carboni che già lo conosceva ( contro il Catanzaro è stato tra i migliori), ma su cui pende come una spada di Damocle l’edizione barese del calcio-scommesse.

Tutto questo per dire che certamente la vittoria contro il Catanzaro è stata importante, anzi importantissima, ma assolutamente non bisogna cullarsi sugli allori. Del resto…una rondine non fa primavera! La settimana di sosta ora prevista dal calendario (quanto mai benedetta!) prima del derby al “Partenio” di Avellino deve essere utilizzata da Carboni e dai giocatori per fare un bell’esame di coscienza e cercare di capire che cosa non è andato fino ad ora e perché un campionato tanto fallimentare. Soltanto così qualcosa potrà cambiare. Del resto il torneo è ancora lungo, mancano ancora tante giornate alla fine, la classifica, fortunatamente, è ancora molto corta, tutto è ancora possibile.

Ed a proposito di classifica dopo i risultati di domenica scorsa certamente si respira un’aria migliore. Il Benevento ha lasciato proprio al Catanzaro di Cozza la quint’ultima posizione, ed ora può guardare dall’alto Paganese, Gubbio e Viareggio, mentre Perugia e Prato sono appena a due punti di distanza. Per non parlare della zona play off, nuovamente a portata di mano se pensiamo che dista soltanto quattro punti. Tutto ciò per far capire che quasi tutte le squadre sono racchiuse in un “fazzoletto”, dove play off e play out sono possibili per tantissime formazioni. Per questo c’è bisogno di insistere e la vittoria sul Catanzaro deve essere sfruttata per poter tornare a sorridere.

Ed è importante, a questo punto, che anche il pubblico si sia ricompattato. La pace ritrovata tra tifosi e squadra è un fatto fondamentale in un momento particolarmente difficile e se n’è avuta la dimostrazione alla vigilia e nel dopo gara di domenica scorsa. I supporter giallorossi vogliono tornare ad essere il dodicesimo in campo, contro il Catanzaro lo hanno già dimostrato, ma nello stesso tempo pretendono dai giocatori il massimo impegno, cosa che obiettivamente fino a questo momento non sempre c’è stata. La riprova ora l’attendono da Avellino il 3 febbraio, quando al “Partenio” D’Anna e compagni avranno da farsi perdonare tante cose. Ad iniziare dalla brutta serata del 24 settembre scorso, quando gli “odiati” cugini irpini violarono il Santa Colomba, facendo così subire al Benevento il secondo “schiaffo” dopo la sconfitta di Perugia nella gara di apertura del torneo.

Poi, dopo la gara di Avellino, due scontri casalinghi contro Carrarese e Gubbio, quindi l’occasione buona per poter dare finalmente una svolta ad un torneo fino ad ora tutto da dimenticare.

GINO PESCITELLI

Nella foto di Nicola Russo pubblicata su Sannio Sport.

Una delle formazioni del Benevento della stagione 1982-1983 in cui giocava Carboni, attuale allenatore del Benevento.

In piedi da sinistra: Carboni, Ventura (capitano), Orati, Cacitti, Laurenti, Salvatori.Accosciati: Zitta, Tarocco, Olivotto, Bozzi, Finetto.         

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